Agguato al bar: ucciso il boss emergente. A due passi la polizia, che ha tentato invano di fermare i killer
- Categoria: Tutte le notizie | Nuovo QUOTIDIANO di Puglia
- Data: 16.01.09
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Ammazzato il boss emergente di Monteroni. Sotto gli occhi di una pattuglia della polizia. Pierpaolo Carallo, 27 anni a giorni, è stato ucciso a colpi di pistola calibro 7,65 ieri sera verso le cinque e mezzo sul luogo di un appuntamento. Era fermo davanti al bar "Desirè" alla periferia di Carmiano, in via Copertino. Accanto c'era il suo scooter Yamaha Tmax 500 e forse indossava ancora il casco quando a quell'incontro non sono arrivate le persone che si aspettava. Ma i sicari. Da uno scooter Aprilia con in sella due motociclisti con casco, è sceso il passeggero e gli ha scaricato addosso sette colpi. Almeno quattro quelli andati a segno, uno alla testa dietro alla nuca, uno al fianco, un altro alla schiena ed uno in petto.
In quel momento si trovava a passare una pattuglia della Squadra mobile impegnata in un servizio di routine ed un poliziotto è sceso per provare a fermare lo scooter che intanto aveva fatto inversione di marcia per dirigersi verso l'incrocio che a sinistra porta a Monteroni e diritto a Copertino. L'aggente ha cercato di afferrare per un braccio uno dei killer ed è riuscito anche a sferrare un calcio allo scooter ma senza riuscire a farlo sbandare abbastanza per farlo cadere. Uno dei malviventi gli ha anche puntato la pistola contro ed in quei frangenti l'omicidio di ieri sera ha rischiato di innescare conseguenze ancora più gravi: il delinquente fortunatamente non ha sparato e non hanno aperto il fuoco nemmeno i poliziotti quando è stato chiaro che lo scooter sarebbe riuscito a fuggire. Per strada a quell'ora c'era tanta gente per la presenza di un negozio di abbigliamento e di una officina di elettrauto, il rischio di coinvolgere altre vittime era troppo elevato. La dinamica dell'omicidio, il personaggio coinvolto e l'arrivo del procuratore e capo della Direzione distrettuale antimafia, Cataldo Motta, del sostituto della Dda Elsa Valeria Mignone con il Magistrato di turno della Procura ordinaria Giovanni Gagliotta, nonché dei vertici di polizia, carabinieri e Guardia di Finanza non lasciano dubbi sul fatto che si sia trattato di un regolamento di conti della criminalità organizzata. Che poi è il secondo omicidio di mafia in pochi mesi dopo quello del sei settembre dell'anno scorso a Gallipoli dell'ex boss Salvatore Padovano. Due contesti comunque diversi se non fosse per il denominatore comune di Monteroni, paese che Padovano ha frequentato fino alla sera prima di essere ammazzato. Ma quella dovrebbe essere tutt'altra storia. L'esecuzione di Carallo invece fino a ieri sera non sembrava affatto chiara agli inquirenti e forse per questo il Procuratore Motta alle domande dei giornalisti ha risposto come fece quella mattina del 6 settembre a Gallipoli: <<Non ho la sfera di cristallo>>. Quello che è stato possibile chiarire fino a ieri sera è che la vittima avesse preso un appuntamento con delle persone fidate davanti al bar di Carmiano. Cosa si sarebbero detto, di cosa avrebbero parlato, quale fosse lo scopo dell'incontro ancora non è stato scoperto. Ma di certo c'è che all'appuntamento ci sono andate le persone che Carallo non si aspettava. Non è escluso che abbiano anticipato gli altri visto che Carallo era arrivato pochi secondi prima di essere preso a colpi di pistola se è vero, come sembra, che indossava ancora il casco. Tra le tante cose da chiarire, il movente. Carallo dopo i guai con la giustizia avuti alla fine di ottobre del 2003 aveva rigato diritto, lavorava per un impresa di pulizie ma a Carabinieri e Polizia non era sfuggito un tenore di vita piuttosto elevato come pure le frequentazioni. Insomma, Carallo dagli addetti ai lavori era visto come un boss emergente. Su questo filone sono cominciati e proseguiti nella notte gli interrogatori in Questura con il sostituto procuratore Mignone ed i poliziotti della squadra mobile. Perquisite anche diverse abitazioni di Monteroni, Carmiano e Copertino.